L’Italia importa circa l’80% del legno utilizzato nel Paese, nonostante possieda un vasto patrimonio boschivo. È necessario rivedere e rinnovare la gestione delle risorse forestali italiane perché vi è una discrepanza tra ricchezza forestale nazionale e una dipendenza dalle importazioni.

L’Italia si posiziona al secondo posto in Europa per estensione di boschi e foreste, subito dopo la Spagna. Tuttavia, nonostante questa ricchezza naturale, la crescita annua media della superficie forestale è stata quasi tripla rispetto alla media europea nel periodo 1990-2020. Questo aumento è avvenuto soprattutto a scapito dei terreni agricoli e pascolivi abbandonati, nonché delle infrastrutture idrauliche forestali trascurate.

Questa espansione boschiva non è stata guidata da una strategia lungimirante di tutela e riqualificazione del territorio, ma piuttosto dal declino delle attività agricole e gestionali, soprattutto nelle regioni rurali, montane e interne del Paese. Questo scenario evidenzia l’urgente necessità di un cambiamento di approccio nella gestione delle risorse forestali italiane, al fine di sfruttare appieno il potenziale economico e ambientale delle foreste nazionali.

Un punto chiave da considerare è il bosco stesso, che continua a espandersi e crescere, e che senza un intervento umano e una gestione attenta, può diventare fonte di danni.

L’aumento della copertura forestale non sempre comporta una migliore capacità di drenaggio delle acque ma, al contrario, può ridurre la resistenza meccanica e la capacità di ancoraggio delle radici, facilitando frane e trasporto di materiale solido lungo i corsi d’acqua che mette a rischio le infrastrutture.

Il bosco rappresenta una risorsa preziosa che necessita di una gestione prudente per proteggere il territorio e stimolare lo sviluppo economico e di una gestione innovativa con l’obiettivo di renderlo più protettivo e produttivo. Considerando che il Paese è il principale importatore mondiale di legna da ardere e si colloca al terzo posto in Europa per soluzioni abitative in legno, questa prospettiva offre notevoli opportunità di crescita per l’Italia.

L’Italia è posizionata al quarto posto nell’Unione Europea per la sua quota di mercato, con un guadagno di oltre 700 milioni di euro nel settore edile del legno e vi è un enorme potenziale di crescita in questo settore, in cui è già leader mondiale nei pannelli riciclati e per le opportunità nella produzione di legna da ardere.

Insomma, le risorse forestali italiane non sono sfruttate appieno, vengono ancora utilizzate troppo poco. L’Italia ha una copertura forestale simile alla Germania ma nonostante questo la produzione di legno è drasticamente inferiore ad essa. Solo una piccola percentuale del volume forestale viene effettivamente utilizzata ogni anno, principalmente a causa della parcellizzazione delle proprietà e della mancanza di sorveglianza. L’Italia quindi possiede una vasta quantità di alberi, che potrebbero rappresentare una risorsa preziosa se gestita in modo più efficace.